Cupra nella storia

Cupra nella storia

La località di Cupra affonda le sue radici in epoca preistorica come testimoniano i numerosi reperti, presenti presso il locale Civico Museo Archeologico, dal Paleolitico Inferiore al Neolitico. Nella Contrada Boccabianca di Cupra Marittima inoltre sono state rinvenute testimonianze floristiche e faunistiche oltre alla presenza umana risalenti a 128.000 anni fa, sito a tutt’oggi il più antico delle Marche.

Nell’ambito dell’Età del Ferro (IX-III a.C.) e quindi Italico, sono i Piceni che per primi organizzano il territorio, modellano il paesaggio, prediligendo le alture terrazzate protette dalle correnti del nord per situarvi il loro habitat, consistente in ambienti abitativi, artigianali, sacrali e funerari.

Sulla costa adriatica, Cupra è un importante approdo per la navigazione dei Greci verso Numana e la Padania ma anche una base marittima per gli Etruschi sulla rotta che portava a Tarante, in Grecia, in Sicilia. I Piceni penetrarono al di là delle coste istriane e dalmate e oltrepassarono anche i passi alpini, spingendosi nell'Europa centrale e aprendosi alle diverse culture locali ma anche influenzandole con le loro creazioni artistiche e le tecniche di lavorazione. Forte di questi presupposti, il santuario della Dea Cupra raggiunse una posizione di rilievo in tutto il Piceno e lungo l’Adriatico.

La nascente potenza romana non poteva non essere attratta dalla ricca realtà picena e infatti il territorio cederà sottomettendosi a Roma nel 268 a.C. per arrivare, pochi decenni dopo, all'integrazione politica nello stato romano. La località che ospitava il porto e il santuario della Dea Cupra, vedrà il sorgere della città romana di CUPRA MARITIMA che diventa centro amministrativo, con una organizzazione urbanistica completamente nuova, e punto di riferimento del suo ager che comprendeva gli attuali comuni di Grottammare, Ripatransone, Carassai, Cossignano, Massignano, Montefiore dell’Aso.
In questo periodo è sempre vitale l'approdo navale di Cupra così come sono importanti l'agricoltura e l'allevamento esercitati specie nelle villae rusticae, i resti di una delle quali, Villa Magna, sono visibili in località San Michele. La realtà archeologica più evidente è costituita dalle emergenze del Foro Romano con due archi onorari di epoca augustea, situati ai lati della scalinata del tempio, con al centro l'ara offertoriale. Questa realtà archeologica è stata riconosciuta di notevole interesse scientifico-documentario divenendo Parco Archeologico-Naturalistico.

Se la zona romana è situata a nord del centro abitato, quella medievale si delinea, ben distinta, sul poggio di Marano. È sulle alture, infatti, che gli abitanti delle coste cercano i siti più facili da difendere, che permettono di controllare i dintorni. Il nostro territorio vedrà quindi la presenza di diverse popolazioni: Bizantini, Longobardi, Franchi, Saraceni e Mori. I duri saccheggi devastarono i campi, cancellarono tracce di arte e civiltà al punto tale che nel IX secolo d.C. Cupra Urbs è completamente distrutta. Ha allora inizio il fenomeno dell’incastellamento, la tendenza cioè ad accentrare le popolazioni rurali, sparse nel contado, in nuclei insediativi che rappresentano l'ossatura dell'attuale centro abitato e di quelli limitrofi. Compaiono così i nomi delle tre località cuprensi: Sant'Andrea, Marano e Boccabianca. Di questi Marano costituiva il centro maggiore e nel X secolo era ancora priva di mura, ma nel 1076 viene riconosciuta come libero Comune.
La plurisecolare storia di Marano è molto complessa poiché vi si svolse la vita politica, amministrativa, sociale, culturale ed economica dal Mille fino all'Unità d'Italia.

Scomparsa Cupra Maritima, si affievolisce il culto pagano della dea Cupra, e inizia a diffondersi quello cristiano con il culto di San Basso, vescovo di Nizza, martirizzato, il cui corpo - secondo la tradizione - fu traslato via mare da profughi nizzardi.

Scorrono i secoli e la vita di Marano viene turbata più volte a seguito degli scontri tra Ascoli e Fermo che la coinvolgono, ma soprattutto per gli eventi sismici e franosi e per episodi di epidemie. Subirà le angherie degli eserciti francesi e le incursioni dei Turchi, fino all'occupazione delle truppe napoleoniche. Poi, dopo il 1815, Marano ritorna allo Stato Pontificio, sotto la Delegazione di Fermo. La sua popolazione non sarà estranea alle vicende politiche e patriottiche risorgimentali, grazie soprattutto alla notevole figura di Gregorio Possenti che partecipò ai moti risorgimentali insieme a Giovanni Abbadini e ad altri maranesi.
Formatosi il Regno d'Italia, il Possenti, nel 1861 fu nominato sindaco di Marano fino al 1884.
A causa anche dei ripetuti eventi franosi, specie quelli dal 1841 al 1847, si guarderà alla crescente fascia pianeggiante di Borgo Marina come possibile luogo di edificazione e sviluppo del paese, in sostituzione di Marano, divenuto vecchio incasato. Nasce così la nuova e attuale Cupra Marittima.