Parco Archeologico Naturalistico-Peculiarità storico-archeologiche

Parco Archeologico Naturalistico-Peculiarità storico-archeologiche

Il sito svolgeva la funzione di perno territoriale di una vasta area costiera e collinare compresa fra Pedaso e San Benedetto del Tronto e documenta un’antica frequentazione, che attesta, oltre a reperti riferibili alla Cultura di Diana fiorita nel Neolitico (V-IV millennio a.C.), la presenza di settori abitativi e di più nuclei di necropoli risalenti al periodo di formazione e di sviluppo della civiltà picena. Un momento centrale coincide con la fondazione del santuario dedicato alla dea Cupra da parte degli Etruschi adriatici. La creazione del santuario di Cupra (assimilata alla Hera dei Greci e alla Uni etrusca) ebbe un carattere emporico e favorì il contatto fra uomini e merci sotto la tutela del sacro. La localizzazione del santuario della dea Cupra rimane ancora ignota; sappiamo solo che nel 127 d.C. il tempio, ancora esistente, fu ricostruito da Adriano e che doveva trovarsi in riva al mare (l’iscrizione commemorativa del restauro si trova oggi nella chiesa di San Martino a Grottammare).

Dopo la Guerra Sociale (91-88 a.C.), che sconvolse questa parte del Piceno, il municipium di Cupra Maritima divenne il centro amministrativo romano della fascia costiera e della valle del Menocchia, allora occupata da ville e fattorie abitate dai veterani degli eserciti dei triumviri (Cesare figlio, Marco Antonio ed Emilio Lepido).

Le prime ricerche archeologiche sul pianoro della Civita si svolsero nel Settecento e alla fine dell’Ottocento; furono scoperti una bella testa di divinità femminile, datata alla prima età imperiale, e i frammenti del calendario dei principali avvenimenti storici romani, i cd. Fasti Cuprenses, oggi conservati nel Museo Civico di Ripatransone. Alla fine del Novecento e fino al 2012 sono state condotte indagini più sistematiche, a cura della Soprintendenza Archeologica delle Marche e della società Arcus, che hanno portato alla luce parte della piazza del Foro e degli edifici che su di essa si affacciavano o si trovavano nelle immediate adiacenze. Fra questi si segnalano: una stanza residenziale affrescata, forse appartenente a una ricca casa con affaccio sul mare; un edificio pubblico quadrangolare (la cd. Basilica); il grande tempio aperto sul lato ovest del Foro, in genere identificato con il Capitolium della città, affiancato da due archi. Lungo la strada d'accesso all'area del Foro sono visibili i resti di un monumento funerario e il lato nord-est delle mura.
Recenti scavi (giugno-luglio 2022) condotti dall’Università degli Studi di Napoli L’Orientale hanno evidenziato che il tempio posto su alto podio, di ordine corinzio e provvisto di una profonda cella, venne costruito in età augustea e fu profondamente ristrutturato fin dalle fondamenta nel II secolo d.C. a seguito di una serie di lesioni strutturali. In quell’occasione la splendida decorazione pittorica della cella, appartenente al cd. III Stile pompeiano, venne interrata nel profondo riempimento del podio. Fra gli elementi architettonici recuperati dallo scavo si segnalano frammenti di colonne e alcuni gocciolatoi di pietra a testa di leone di buona qualità, questi ultimi forse risalenti all’epoca della ricostruzione del tempio.