CUPRA, VILLA MARITTIMA ROMANA

CUPRA, VILLA MARITTIMA ROMANA

L’itinerario archeologico della città di Cupra Marittima parte nella cosiddetta area Carminucci, lungo la SS 16 Adriatica, dove troviamo i reperti di un’antica villa suburbana con ninfeo riportati alla luce, tra il 1973 e il 1987, dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici delle Marche, su segnalazione dell’Archeoclub di Cupra Marittima.

L’area presenta tre diversi livelli insediativi:

  • L’insediamento più recente costituito da sette tombe, sei infantili e una di adulto, ubicate all’interno del ninfeo;
  • L’insediamento intermedio comprende un’aula a pianta rettangolare che per le sue caratteristiche è identificabile con un ninfeo;
  • L’insediamento più antico, risalente al I sec. a.C., evidenzia la presenza di un’area di spremitura (pars fructuaria) costituita da due ambienti confinanti: un’area di spremitura realizzata in opus spicatum, ovvero dei mattoncini di cotto disposti a spina di pesce, e caratterizzata dalla presenza del lapis pedicinus, cioè la base dell’albero che sostiene il torchio vero e proprio e un altro ambiente lastricato in opus signium destinato al lavaggio dei prodotti.

Il ninfeo e gli ambienti produttivi sono databili tra la metà del I sec. a.C. e gli inizi del I sec. d.C..

Sopra alle strutture risalenti al I sec. a.C. è identificabile l’architettura di un impianto termale risalente al III sec. a.C. composto ad Est dal frigidarium, ovvero un ambiente pavimentato a mosaico policromo con motivo ad archetti embricati; ad Ovest troviamo due ambienti contigui su suspensurae: il primo presenta una pavimentazione a mosaico policromo con motivo a cassettoni e nel secondo, del quale si è conservato solo un frammento di sottofondazione pavimentale, sono ben visibili le suspensurae poggianti sulla parte del torchio ed i tubuli utilizzati per il passaggio dell’aria calda.

Attiguo all’impianto si trova una pavimentazione a mosaico policromo con motivi a losanga, a treccia e a nodo di Salomone che permettono la sua datazione al IV sec. a.C. e che fanno pensare ad un’ulteriore risistemazione del complesso come villa de otio.

A Nord della struttura termale si trova il ninfeo, ambiente ad aula rettangolare con un’abside sulla parete di fondo e una coppia di piccole nicchie voltate sulle pareti laterali; l’intero ambiente presenta decorazioni parietali ad affresco risalenti al II - IV sec. d.C.. Attraverso un condotto esterno, l’acqua sgorgava dall’abside e veniva raccolta alla base, in una vasca realizzata in opus spicatum. L’acqua raccolta nelle vaschette poste alla base delle nicchie laterali, confluiva in parte nella vasca centrale e veniva in parte utilizzata per dar vita a giochi d’acqua. Le pareti del ninfeo sono decorate nella parte inferiore mediante un’alternanza di forme geometriche intervallate a rivestimenti di finto marmo, mentre la parte superiore è affrescata con grandi campate di giallo ocra e rosso con orlature ricamate bianche. Sul fondo azzurro dell’abside si possono riconoscere figure di alcuni animali marini reali come meduse, murene, crostacei, calamari, delfini e fantastici come l’ippocampo. Oltre a questi, sullo scenario marino si possono ammirare delle barchette con pescatori. Il tema marino veniva enfatizzato ulteriormente mediante la presenza di materiale spugnoso e conchiglie marine applicate sulla volta dell’abside e sulle nicchie laterali.

La struttura del ninfeo, per le sue caratteristiche planimetriche, è stata ricondotta al I sec d.C., anche se è possibile che questa abbia subito una modifica in età adrianea, quando venne aggiunta la parete per chiudere l’aula originariamente aperta verso mare, come consuetudine già a partire dall’età traianea.