Castello di Boccabianca

Castello di Boccabianca

L’attuale territorio del Comune di Cupra Marittima è il risultato dell'aggregazione nel tempo del Castello di Marano, di Sant’Andrea a sud e di Boccabianca a nord.

Il Castello di Boccabianca, all’inizio del XIII secolo, comprendeva la zona litoranea tra le foci del torrente Menocchia e il corso inferiore del fosso de Nganà (Rio Canale).
L’insediamento castrense già esisteva nel 1103, citato in un documento. Negli Statuti del 1380 Boccabianca risulta amministrata dal Comune di Fermo a mezzo di un vicario del podestà e registrata tra i Castra minora, ossia insediamenti del contado con un minor numero di popolazione. Il sito di Boccabianca, distrutto e abbandonato nel XVI secolo, divenne proprietà della famiglia mercantile fermana dei Calvucci, che continuò a possederlo fino al 1583.
Nella tenuta esisteva sin dal 1643 un edificio per l’abitazione dei proprietari che si presentava come una modesta costruzione a base quadrangolare con due torri merlate col nome di “Casino di villeggiatura”. Tra il 1845 e il 1866 la famiglia Vinci, divenuta proprietaria della tenuta, fece abbattere l’antico “Casino di villeggiatura” di Boccabianca e nell’area vi fece edificare la sontuosa villa ancora esistente.

La Villa Vinci è in stile neoclassico e si presenta come un solido edificio maestoso e lineare, a pianta rettangolare con andamento est-ovest, a due livelli oltre il pianterreno. La villa di Boccabianca diventò il soggiorno di diporto preferito dai Vinci, che potenziarono la produttività delle terre della tenuta circostante e ne abbellirono la residenza. Negli anni Ottanta del XIX secolo il conte Giovanni Vinci diede l’incarico al pittore Emilio Dori di affrescare l’atrio di levante, il vano di raccordo a pianta ottagonale del pianterreno e i locali attigui, l’atrio di ponente, la volta e le pareti della scala. Contemporaneamente, il pittore Annibale Brugnoli, che aveva dipinto il soffitto del teatro Costanzi di Roma, affrescava la sala da pranzo della villa.

Ora la sommità dell'altura dove si trovava l'antico insediamento castrense è coperta da un bosco di lecci.