Pieve di San Basso alla Civita

Pieve di San Basso alla Civita

È indubbio l’interesse che ha assunto nei secoli la chiesa dove è stato rinvenuto il corpo del Santo, sia sotto l’aspetto cultuale e devozionale che storico-architettonico, non fosse altro per il ruolo di verifica cronologica di quanto tramandato dalla tradizione cuprense. Il Catalani , storico della diocesi di Fermo, attesta nella sua De Ecclesia Firmana che la chiesa di S. Basso al XI secolo era reputata già antichissima.

Due relazioni manoscritte, una del 1706 e l’altra del 1810 riportate da B.F. Mostardi , offrono una più che sufficiente descrizione della chiesa. Lo schema planimetrico si articola su una composizione basilicale a tre navate in una logica risoluzione tri-absidale. I tre corpi semicilindrici bloccati costituivano, protesi al di sopra della spiaggia antica, il fronte nobile dell’edificio e assumevano una dignitosa monumentalità e solennità al sorgere del sole a oriente. Nella struttura sopraelevata è riconoscibile la chiesa originaria. La sezione trasversale mostra le navate laterali più basse, sopraelevate in epoche successive, la navata centrale a tutt’altezza interrotta con il solaio del primo piano costruito a fini abitativi nel primo milleottocento. All’interno della parete nord è collocato un affresco con il martirio di San Basso, attualmente quasi illeggibile, altri affreschi del XVII secolo, meno degradati del precedente, sono posti nella parete sud e rappresentano S. Antonio, S. Monica e S. Chiara.

All’interno dell’edificio a pianterreno si percepisce l’organizzazione basilicale della struttura e si individuano in modo chiaro i dieci pilastri a sezione rettangolare che modulano le tre navate. Gli assi delle due pilastrate non collimano con l’asse di simmetria dello schema absidale, segno evidente di un pesante intervento di ristrutturazione su un precedente edificio.
Rimane integro, tuttora utilizzabile, l’accesso alla cripta attraverso la scaletta posta nella navata a mezzogiorno. È riconoscibile il presbiterio sopraelevato anche se è quasi interamente occupato dalle scale d’accesso al piano primo e da un locale con volta a botte trasversale all’abside centrale e ad essa addossato, realizzato durante la ristrutturazione francescana del 1576. La cripta presenta quattro pilastri centrali di età romana di cui due centrali a sezione circolare e di marmo pregiato; sui pilastri sono appoggiati altrettanti capitelli medievali di sobria fattura e su di essi scaricano le crociere di cui si compone l’intera volta. Tra le colonne centrali è posizionata la buca tombale dove la tradizione popolare designa il rinvenimento del corpo di San Basso. Il notevole spessore della muratura delle absidi a livello della cripta fa presumere la forte antichità di questa parte del complesso e ipotizzare con essa la prima costruzione/mausoleo dedicata al Santo.

La lettura dell’apparecchio murario della chiesa, seppur difficoltosa a causa dell’utilizzo relativamente recente dell’edificio a casa colonica permette, anche se con approssimazione, l’individuazione di alcune fasi edilizie ascrivibili all’epoca tardo-romana e bizantina, all’epoca longobarda (secolo VIII), all’epoca carolingia (secoli IX-X), al XI/XII secolo, alla ristrutturazione francescana del 1576, alle modifiche apportate dai padri filippini nel 1738 e, infine, agli interventi dovuti alla dismissione da edificio di culto e alla relativa trasformazione in magazzino e residenza nel 1810.

Alcuni elementi decorativi provenienti dall’edificio evidenziano le fasi più antiche della chiesa e con esse condividono l’impronta stilistica. Due frammenti decorativi in marmo, reimpiegati come elementi edilizi in due pilastri della navata nord della chiesa (probabilmente in una delle diverse ristrutturazioni subite dall’edificio), sono da riferire con molta probabilità a schemi artistici in uso tra la prima metà dell’VIII secolo e il IX secolo. Essi sono confrontabili con le decorazioni della transenna della basilica di Concordia Sagittaria  (VIII secolo) e con quelle della transenna di S. Donato a Murano  (IX secolo).