La civiltà marinara

La civiltà marinara

LE IMBARCAZIONI NELLA STORIA


Le Concolare devono il loro nome alla concola (dal latino conchola) utilizzata nella nostra Regione in sostituzione del termine napoletano vongola. 
La pesca delle concole iniziò nel 1926, quando venne costruita la prima concolara ad opera del maestro falegname Egidio Taffoni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale alcune imbarcazioni, grazie ai Fratelli Ciarrocchi, applicarono i motori, aumentando la quantità del pescato e la sicurezza degli uomini in mare.                                                                                                                                           

Negli anni Settanta si costituì una cooperativa di pescatori di vongole, attiva fino a qualche decennio fa, che ha posto Cupra all’attenzione del mercato nazionale e internazionale del settore.
La pesca della Sciabica veniva praticata in primavera e in estate; si trascinava una grossa rete formata da un sacco centrale e da due lunghe ali tenute a galla da sugheri ed era un’operazione in quattro fasi nelle quali la rete veniva stesa, calata in mare e ritirata a terra assieme a una grande varietà di pescato. Dagli anni Settanta in poi, la sciabica è stata proibita. 


La Nassa è un attrezzo di canne, giunco e reti intrecciate chiuso, di forma ovoidale con un’apertura che consente l’ingresso, e non l’uscita, di seppie e crostacei. Il periodo di pesca era da aprile a giugno.
La Lancetta è un antico peschereccio cuprense, imbarcazione con albero, bastone e una vela triangolare chiamata fiocco. 


I Trabaccoli, imbarcazioni da trasporto, erano dei barconi tozzi che da Cupra partivano verso l’Adriatico. Ce n’erano poco più di una decina tra Ancona e la nostra città, quelli più grossi erano a Civitanova e a Cupra Marittima. Nel 1924 si passa al motore, grazie a un’intuizione di un componente della Famiglia Censi. L’ultimo dei trabaccoli cuprensi ha navigato fino all’inizio degli anni ’40.